L'idea propria non esiste


L’idea propria non esiste, può scaturire eventualmente solo dall’evoluzione di un lungo esercizio di quella che classicamente viene definita aemulatio.

Tutti copiano in un qualche modo e vengono influenzati dal lavoro altrui. Chi l’ha stabilito il canone? Perché in fondo tutti quando decidiamo di intraprendere, di creare o anche solo di autodefinirci secondo precise caratteristiche, tutti noi mettiamo in pratica un processo di identificazione. Ci identifichiamo cioè in qualche altro. Lo copiamo per aspirare a diventare tale e quale.

Chi è che impone una propria idea e va contro tutto il resto? Nessuno. Anche perché si può sempre ribattere che pure chi si definisce anticonformista in realtà si sta identificando in tale categoria, copia, si adatta a qualcosa che è già dato tale e quale. La spontaneità non esiste. Fa tutto parte di un perenne ciclo infinito. Le cose si ripetono tali e quali, cambiano solo i modi e i contesti. La storia è ciclica, la natura pure, l’uomo come animale vivente in natura non è ciclico perché muore. Nella loro breve esistenza le azioni umane sono dettate principalmente da tre fattori: il desiderio di ricchezza, il desiderio di fama e la paura. Penso di essere un’illuminata nell’esporre questi miei pensieri?

No. Sto copiando. Riprendo, riformulo e butto giù a mie parole sulla tastiera del mio MacBook alcuni concetti che mi hanno colpito particolarmente della lezione di letteratura greca. Odio il Greco. Ma in ogni cosa è potenzialmente vero anche il suo contrario. Amo il Greco. Se sto facendo questa cosa da intellettuale è perché è in atto in me una rivoluzione. Ovviamente perché sto copiando, o elegantemente “prendendo spunto”, dalle idee di una blogger, giornalista che ha riempito le mie giornate ultimamente. Mi identifico in lei.

Diciamo che la lettura di molti articoli di questa blogger (solo più avanti citerò il nome) e soprattutto la lettura del suo romanzo sono stati come aria per il focherello che già era latente dentro di me. Aria perché – se non si fosse capito (incidentale ciceroniana) – alimenta e fa crescere la fiamma di ribellione.

Penso di essere profondamente dotata di spirito critico, fin da bambina per me era importantissimo ridere, e per farlo di gusto con lamica dinfanzia, ricordo che criticavamo ogni cosa. Eravamo due bimbe sveglie, molto avanti per la nostra età e bastava uno sguardo per intenderci. Scoppiavamo a ridere. Eravamo perfide, stronzette e ci credevamo forse anche superiori ma sapevamo cogliere la critica. Ci vogliono le palle per dire le cose come stanno, per fare critica appunto. Da bambina non servono e per questo vorrei tornare bambina, perché si sa che i bambini le cose le dicono come stanno senza se e senza ma.

Non voglio omologarmi nel marasma della non-critica. Quelli che a me va bene tutto, che non cambia da A a B, che ti puoi vestire come ti pare quando ti pare, che in un ristorante con un certo nome si mangia sempre bene, che i film sono tutti belli… Non voglio fare la fashion blogger come la fanno tutte le altre fashion blogger. Odio questo nome. Non si può più sentire, è come dire tutto e niente. Odio definirmi tale e sono pure in imbarazzo quando devo rispondere a stupide domande come: ma cosa fa di preciso una fashion blogger?.

Non cè UNA risposta. Ogni fashion blogger può spaziare in quel cavolo che le pare. Cè chi scrive e lo fa pure bene, chi è designer, fotografa o giornalista, chi non si sa perché vorrebbe fare tutte le cose e non azzecca niente. La formula del lifestyle mi esce dalle orecchie e non solo, quella del faccio tutto e niente, scrivo da cani cose impersonali copiate e incollate da internet e pubblico le solite fotine glamour fashion trendy outfit of the day (OOTD per chi non lo sapesse).

Mi sto autocriticando perché io sono così. Una fashion blogger non definita. Sono alla ricerca di unidentificazione, tutti ne hanno bisogno, vorrei fare uno scatto di qualità e maturità. Ho 18 anni e voglio dimostrare a me stessa che sono cresciuta. Tutte balle. Vorrei solo essere più spontanea e diretta e quando pubblico una foto su Instagram mi piacerebbe scrivere a caso la prima cosa che mi viene in mente, ma non perché è buona la prima, ma perché il primo pensiero corrisponde allIo più vero. (No, non sto copiando rime di Fedez.) Basta con i soliti tre tag stitici, pure il mio smartphone non ne può più e corregge in automatico le parole come outfit, look, today, super. Vorrei essere più originale e fare cose fuori dagli schemi ma non so se ci posso riuscire. Perché come fanno tutti, io copio. Perché poche balle le idee proprie non esistono…… (TO BE CONTINUED)


G.R.

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